Ivo Pannaggi

Ivo Pannaggi nasce a Macerata nel 1901 e qui muore nel 1981. Durante gli studi classici inizia da autodidatta un percorso di formazione artistica e dal 1917 pubblica vignette e caricature di tono antiaustriaco e antitedesco con accenti già futuristi. Nel 1919 si trasferisce a Roma per seguire i corsi di fisica e matematica alla Sapienza e nel 1922 si iscrive alla Scuola di architettura frequentando l’ambiente delle avanguardie cubiste, dadaiste, futuriste e astrattiste che animavano il circolo della Casa d’arte Bragaglia e manifestando la versatilità di operare in ambiti diversi. Una multiforme attività che lo vedrà impegnato nella pittura, scultura, caricatura, scenografia teatrale, progettazione di interni e di oggetti, grafica, fotomontaggio e negli anni della maturità nell’architettura, design, critica d’arte e reportage.

Gli anni romani sono intensi per l’attività espositiva, in Italia e all’estero, con il sostegno di Filippo Tommaso Marinetti, Giacomo Balla ed Enrico Prampolini. Nel 1922 pubblica insieme a Vinicio Paladini il “Manifesto dell’arte meccanica futurista” e organizza a Macerata la Prima esposizione futurista nell’ambito dell’Esposizione provinciale d’arte, un evento che rimarrà memorabile nella vita culturale della città.
Nel 1925-26 segue i lavori di Casa Zampini a Esanatoglia realizzando uno dei più importanti esempi di architettura futurista di interni. Quattro ambienti in parte perduti e in parte donati dagli eredi alla Pinacoteca di Macerata.
Al 1926 risale il primo soggiorno in Germania e nel 1932 frequenta il Bauhaus restandovi per un semestre fino alla chiusura imposta dal Nazismo.
Nel 1935 soggiorna in Norvegia interessandosi al giornalismo e all’architettura scandinava. Intraprende poi alcuni viaggi raggiungendo le zone artiche e antartiche dai quali invia articoli e reportage fotografici. Nel 1942 si stabilisce in Norvegia dove continua a dipingere mantenendosi con il lavoro di fotografo e di architetto ma le difficoltà con la committenza e i tanti progetti non realizzati lo inducono ad abbandonare l’architettura per il lavoro operaio in una fabbrica.
Nel 1971 rientra a Macerata con la sua famiglia. Prima di morire dona alla Biblioteca comunale Mozzi Borgetti un’interessante raccolta documentaria in dieci faldoni pensata come un’autobiografia illustrata in assemblaggi di materiali di grande effetto. Per volere degli eredi nella Pinacoteca comunale è confluito un fondo di opere pittoriche, grafiche, progetti e carte.

Cfr. Fabio Ionni, Pannaggi Ivo, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 80 (2014)

Born in Macerata in 1901, Ivo Pannaggi had an eclectic personality. As early as 1919, when he exhibited two Futurist paintings at the Casa d'Arte Bragaglia in Rome, his work enthused Filippo Tommaso Marinetti and Giacomo Balla. In 1922, together with Vinicio Paladini, he wrote the “Manifesto of Futurist Mechanical Art”, while also working with Anton Giulio Bragaglia's Teatro degli Indipendenti as a set designer.
At the same time, he established himself as a successful graphic designer and caricaturist. He went to the Bauhaus from 1927 until April 12, 1933, the day it was closed down. Subsequently, he matriculated at the Faculty of Architecture and worked as an architect and designer in Italy and in Norway, where he settled in 1942.
In 1971 Pannaggi returned to Macerata where he died in 1981.

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